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sabrinaguaragno

Il mio nome era Anastasia di Ariel Lawhon


Sono sempre stato molto attratta dalla figura della principessa perduta russa, Anastasia, sicuramente anche grazie al cartone animato e a i vari adattamenti cinematografici. Il pensiero di una principessa che sfugge a una fine orribile, e torna per rivendicare il suo diritto di nascita, ha un ché di fiabesco e dona una sfumatura di speranza alla tragica storia della dinastia dei Romanov.


Ho letto questo libro insieme al mio gruppo di lettura barese Leggendo a Bari, molto incuriosita dalla sua trama.


Seguiamo la vita della giovane principessa Anastasia Romanova, e quella di Anna Anderson, che pian piano si riavvolge a ritroso.


Sono la stessa persona, non lo sono? Sono sicuramente due persone diverse in quanto a vissuti: l’una è una ragazzina che ha visto la sua vita da favola spezzata, ridursi in pezzi pian piano. La seconda cerca di riprendersi dalle tragedie della sua vita, e di ricondurre insieme i pezzi.


È un romanzo delicato, ma senza evitare di mostrare gli orrori della guerra, e l’accanimento di una vita che si fa rude e quasi senza scampo.


Non posso dirvi molto altro su questo titolo, tranne che lo stile è carezzevole e che mi ha accompagnato in un intrico di pensieri ed emozioni intime della protagonista, emozionandomi e aprendomi la mente a nuove consapevolezze.


Una lettura da affrontare con responsabilità: le principesse, non sempre hanno vita facile.

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